Il pifferaio di Hamelin (Der Rattenfänger von Hameln, letteralmente "l'accalappiatore di ratti di Hameln") è il soggetto di una leggenda tedesca probabilmente legata alle epidemie di peste e ambientata nella città di Hameln o Hamelin in Bassa Sassonia, che risale a circa la seconda metà del XIII secolo e fu trascritta in favola dai fratelli Grimm e in poesia da Wolfgang Goethe e da Robert Browning, con il titolo di “Il pifferaio magico”.
La graziosa città di Hamelin era stata invasa dai topi: strade, cantine, case, soffitte e cucine e in breve tempo i topi diventarono più numerosi degli abitanti. Nessuno aveva una soluzione, i cittadini disperati chiamarono in aiuto le guardie che fecero arrivare dei gatti molto affamati. Ma i topi in gran numero li scacciarono e il Sindaco assediato nel palazzo comunale non sapeva cosa fare quando si presentò un ometto con un piffero che in cambio di mille monete d'oro promise di liberare la città. Erano molte, ma vista la situazione, il sindaco accettò. L’uomo iniziò ad attraversare la città suonando il piffero e tutti i topi lo seguirono, affascinati dalla musica. Hamelin era finalmente libera. A missione compiuta, l’uomo tornò in città per ricevere la somma pattuita, ma il sindaco si rifiutò di pagarlo. Il pifferaio allora ricominciò a suonare, stavolta furono tutti i bambini a seguirlo, abbandonando la città che non aveva mantenuto la parola data.
Si tratta di una favola crudele elaborata in una versione più “soft” da Attilio Cassinelli, oggi vicino a compiere cento anni, con il suo caratteristico stile che nel 2020 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ha consacrato con una mostra, ospitando per la prima volta nelle sue sale un protagonista del mondo dell’illustrazione.